LA SEPARAZIONE DEI CONIUGI PREVISTA ANCHE DALL’ORDINAMENTO ECCLESIASTICO
Il Codice di Diritto Canonico della Chiesa cattolica affronta nel libro VII l’argomento dei processi e delle cause. In esse il legislatore ecclesiastico fa rientrare i processi speciali, ovvero i processi matrimoniali: cause per la dichiarazione di nullità del matrimonio; cause per la separazione dei coniugi; processo per la dispensa del matrimonio rato e non consumato.
Sorprendono particolarmente le norme relative alla separazione dei coniugi: in effetti dal matrimonio validamente celebrato sorge l’obbligo alla coabitazione dei coniugi. Il canone 1151 afferma infatti “I coniugi hanno il dovere e il diritto di conservare la convivenza coniugale, eccetto che ne siano scusati da causa legittima”.
Pertanto solo per cause legittime, ovvero stabilite da norme esplicite assegnate dal diritto, i coniugi posso esercitare il diritto della separazione. Tra i motivi che legittimano la separazione c’è quello dell’adulterio (canone 1152) oppure il fatto che “uno dei coniugi compromette gravemente il bene sia spirituale sia corporale dell'altro o della prole, oppure rende troppo dura la vita comune” (canone 1153).
Ovviamente le norme sottolineano la permanenza del vincolo matrimoniale, che non viene scalfito nemmeno dalla separazione fisica. Tuttavia il principio chiave, tecnicamente “supremo”, della normativa ecclesiastica si fonda sulla salvezza delle anime, sulle persone piuttosto che sui principi. E in effetti ne sono testimonianza le norme sulla separazione dei coniugi.
La separazione personale dei coniugi battezzati può essere definita con decreto del Vescovo diocesano oppure con sentenza del giudice (can. 1692). Tuttavia prima di accettare la causa ed ogniqualvolta intraveda una speranza di buon esito, il giudice deve fare uso di mezzi pastorali, affinché i coniugi si riconcilino e siano indotti a ristabilire la convivenza coniugale (canone 1695).
Quello che sta a cuore al legislatore è tutelare la convivenza familiare, con la speranza che la mutua comprensione e il reciproco aiuto e perdono possa ristabilire la pace dell’istituto familiare.
Maurizio Di Rienzo
Fonte: Colpo d'Occhio, marzo 2016
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