Minturno, Il convento francescano a servizio della Caritas

Nell’estremo sud della Regione Lazio, divisa dal fiume Garigliano dalla Regione Campania, la città di Minturno ospita nel centro storico, a pochi passi dal Castello medievale, un ex convento di proprietà della Provincia Napoletana dei Frati Minori (francescani), da pochi mesi divenuto sede di un Centro Caritas diocesano, intitolato a san Francesco d’Assisi.

Calo delle vocazioni e insostenibilità della struttura hanno costretto i frati francescani a lasciare la cura pastorale della chiesa e dell’annesso convento, costruiti intorno al 1363 per volontà dell’importante famiglia Caetani di Fondi. Una chiesa dallo stilo povero ed essenziale, che conserva la gemma più preziosa della fede minturnese: un affresco della Madonna delle Grazie, patrona della città, salvatosi miracolosamente dalle incursioni del corsaro Dragut nel 1592. Dismesso l’uso conventuale, il convento francescano è stato utilizzato in un recente passato per l’accoglienza di gruppi folk provenienti da tutto il mondo, in occasione dell’annuale Sagra delle Regne che si tiene a Minturno nella seconda domenica di luglio.

Dalla fine del 2015 il convento è in comodato d’uso gratuito all’Arcidiocesi di Gaeta, in particolare alla Caritas diocesana guidata da don Antonio De Arcangelis, che è anche parroco a Gianola, frazione di Formia, il quale racconta: “L’arcivescovo di Gaeta Fabio Bernardo D’Onorio ha sollecitato fortemente l’apertura di un centro diocesano nella forania di Minturno. Abbiamo attivi già da tempo altri tre centri a Formia, Gaeta e Fondi, ma la parte più a sud della diocesi non aveva ancora un punto di riferimento diocesano”.

Un’opera segno in linea con le parole di papa Francesco del 10 settembre 2013 che visitando il Centro Astalli di Roma per il servizio ai rifugiati disse: “Il Signore chiama a vivere con più coraggio e generosità l’accoglienza nelle comunità, nelle case, nei conventi vuoti. Carissimi religiosi e religiose, i conventi vuoti non servono alla Chiesa per trasformarli in alberghi e guadagnare i soldi. I conventi vuoti non sono vostri, sono per la carne di Cristo che sono i rifugiati”.

In questi mesi la Caritas diocesana, in collaborazione con i gruppi parrocchiali e con l’Azione Cattolica di Gaeta, ha organizzato campi lavoro per rimettere in sesto la struttura. Ragazzi, giovani e adulti hanno lavorato alla sistemazione delle stanze, ai locali di accoglienza, al cortile esterno e al giardino. “Abbiamo bisogno di comunità solidali che vivano l’amore in modo concreto!” ha detto il Papa.

Il progetto diocesano entrerà presto in funzione con una mensa e con l’ospitalità a singoli e famiglie più bisognose. Attualmente presso la struttura è già ospitata una famiglia del Senegal, sfrattata dalla precedente abitazione dalla città di Fondi. Inoltre venerdì scorso sono arrivate al convento due religiose appartenenti all’Istituto delle Suore Missionarie della Fede, che avranno il compito di custodire lo stabile e assicurare una presenza continua.

Tommaso Marciano, volontario nella Caritas diocesana e in quella interparrocchiale di Itri, sottolinea: “Come Caritas abbiamo il dovere di essere vicini alle persone che soffrono. Spesso non siamo in grado di rispondere a quanto chiedono le persone, come ad esempio la richiesta di un lavoro. Non abbiamo la bacchetta magica, ma cerchiamo di stare accanto a chi si presenta a noi. Le persone sono contente anche solo di essere ascoltate”. Un conforto e un aiuto che passano anche per i tanti conventi vuoti, le tante strutture ecclesiali un tempo gloriose, che aspettano solo di essere aperte e rinascere a vita nuova.

Maurizio Di Rienzo

FONTE: Avvenire Lazio7 del 22 maggio 2016

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