Il "diritto" di essere "imperfetto"
“Pierpaolo, chi t’ha prestato ‘sto vestito, Gigi
D’Alessio?». La voce forte di Pino, il medico psichiatra, si rivolge a un bel
ragazzo sui 35 anni vestito con un completo bianco elegante. Lui risponde
compiaciuto: «No, è per la visita del parroco!».
Io, emozionato per tanta
delicatezza e sensibilità, osservo tutti i venti ospiti della Comunità
Terapeutica Marica di Minturno, una struttura psichiatrica appartenente al
Dipartimento di Salute Mentale di Latina. Tre palazzine che somigliano più a
tre caserme: si può ‘fare comunità’ come afferma Giorgia, una giovane ragazza
bionda, con gli occhiali, dal volto triste, che è qui da «un anno, due mesi e
venti giorni»; altri invece ‘fanno il diurno’, venendo solo alcuni giorni a
settimana.
Pino mi presenta all'assemblea di gruppo del lunedì mattina per una
sorta di confronto tra il parroco e questi fedeli ‘speciali’. «Il buon Dio cosa
ci ha voluto dire creando il popolo di Marica?» chiede una signora sulla
cinquantina. Rispondo con sincerità. Marica ti mette un po’ in discussione, io
che mi credo troppo perfetto. «Non siamo tutti un po’ imperfetti?»
Pino tira
fuori il tema ‘cose che fanno bene e cose che fanno male’. Al negativo c’è la
solitudine, la depressione, la malattia, le sostanze (stupefacenti), l’essere
trasandati. Al positivo, tra le cose per cui alzarsi al mattino, c’è chi gode
del fare una semplice passeggiata, pensare a chi si ama, trovare un posto dove
sentirsi a casa, le donne. Nell’ampia sala blu siamo seduti attorno a dei
tavoli pesanti.
Pino racconta che sono frutto di una donazione di una azienda
del luogo. La mancanza di risorse e investimenti da parte dell’Asl di Latina è
un punto che Pino rimarca anche dopo l’incontro: «A Formia, per esempio, ci
sono meno medici che in passato», con riferimento al Centro di Salute Mentale
nel quartiere di Sant’Erasmo di Formia. Non nega però i grandi passi fatti
anche grazie alla legge Basaglia del 1978 che, abolendo gli ospedali
psichiatrici, ha messo al centro il paziente e i concetti di autonomia,
indipendenza e integrazione.
Esco da Marica con i volti di Pino e di questi
nuovi amici: e con il diritto a essere imperfetto.
da Avvenire, Lazio7 Gaeta, 9 aprile 2017
Anche io rivendico il mio diritto ad essere imperfetta e spero in un mondo che sappia accettare la mia perfetta imperfezione e possa renderla fonte di gioia e di accettazione.
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