Il "diritto" di essere "imperfetto"
“Pierpaolo, chi t’ha prestato ‘sto vestito, Gigi D’Alessio?». La voce forte di Pino, il medico psichiatra, si rivolge a un bel ragazzo sui 35 anni vestito con un completo bianco elegante. Lui risponde compiaciuto: «No, è per la visita del parroco!». Io, emozionato per tanta delicatezza e sensibilità, osservo tutti i venti ospiti della Comunità Terapeutica Marica di Minturno, una struttura psichiatrica appartenente al Dipartimento di Salute Mentale di Latina. Tre palazzine che somigliano più a tre caserme: si può ‘fare comunità’ come afferma Giorgia, una giovane ragazza bionda, con gli occhiali, dal volto triste, che è qui da «un anno, due mesi e venti giorni»; altri invece ‘fanno il diurno’, venendo solo alcuni giorni a settimana. Pino mi presenta all'assemblea di gruppo del lunedì mattina per una sorta di confronto tra il parroco e questi fedeli ‘speciali’. «Il buon Dio cosa ci ha voluto dire creando il popolo di Marica?» chiede una signora sulla cinquantina. Rispondo c